giovedì 26 febbraio 2009

Bevo

Prendete due paesini di venti case ciascuno. Uno ha il fruttivendolo e l'ambulatorio medico l'altro ha il bar.
Quale dei due è frazione dell'altro? La risposta è ovvia. Viene riassunta spesso nel ritornello "Perchè in Italia l'alcol è cultura".
No, l'alcol è una sostanza. Una droga, per usare la terminologia di chi ha paura delle sostanze.
E inebriarsi con le sostanze non è cultura, è natura.
Bevo perché mi piacciono gli effetti dell'alcool, diciamolo.
E diciamo anche che l'orologio dell'Italia è mosso dall'alcol stesso: uscire la sera coincide col consumare collettivamente alcol e qualsiasi rito o festeggiamento ne prevede l'assunzione - dalla messa alla laurea.
Quindi, si beve e nessuno si chiede perché. Poi ci si schianta e tutti si chiedono perché.
In un paese in cui tutti la sera bevono, sai che sorpresa trovare dell'alcol nel sangue.
Se esco non posso far altro che bere. Se bevo credo di poter far tutto, anche mettermi al volante.
Guarda che t'ammazzi - mi dicono le pubblicità progresso - fatte probabilmente coi soldi che lo stato guadagna su ogni singola bottiglia d'alcol venduta. E mi dicono fai guidare qualcunaltro. Come dire ciccio, la soluzione trovatela tu, noi di mestiere facciamo le multe, contiamo i morti e facciamo monopoli.
Ma il senso della misura non è cosa che abbia a che fare con questo mondo: chi vende alcol vuole che se ne venda sempre di più e non riuscirà mai a essere credibile nel dirmi "bevi il giusto". E così tutti lo bevono, tutti lo spacciano (impossibile trovare un prodotto meglio distribuito: dal bar sotto casa che dispensa bianchini, ai grandi sponsor alcolici che amano accapparrarsi i festival e gli eventi con target 14-20), tutti prima o poi si schianteranno.
Smettere di bere non è la soluzione, smettere di bere è la scelta di chi in fin dei conti non ama bere.
I Ministri bevono e lo dicono nel pezzo almeno un centinaio di volte. Spesso hanno guidato - come quasi tutti - ubriachi o alticci.
Spesso si sono chiesti perché avessero bevuto così tanto. Ma i Ministri nella vita non fanno soldi con l'alcol.
Chi li fa, corra ai ripari, se qualcuno davvero vuole riparare qualcosa.
Niente più modelle con ombelichi tappati e niente più macchine accartocciate: al loro posto grossi pullman della Campari, Molinari, Absolut che riportino a casa tutti quelli che non riescono più a guidare. Pullman pieni zeppi di gente ubriaca che urla, canta, scopa tra i sedili e si abbraccia.
Sarebbe uno spettacolo orribile, ma finalmente onesto.

lunedì 23 febbraio 2009

Il Bel Canto

Il Bel Canto è un flusso di coscienza. E' chiedersi se un bivio ci sia
mai stato - o se la volontà non sia che il fantasma tardivo di
meccanismi inevitabili. Le parole mischiano la mia realtà di ogni giorno, con la realtà di qualsiasi mio coetaneo - e nello scoprirle così sorprendentemente simili c'è molto dello stupore del pezzo. Che è nato in Italia: in altri paesi avrebbe avuto altre parole.
Parafrasando liberamente.

Avevo un letto a soppalco dell'Ikea, per cambiarlo aspettavo che crollasse. Come un figlio: se ne avrò uno, difficile che l'abbia scelto.Mi crollerà addosso.
Ho chiuso con te perché ci volevamo bene e non riuscivamo a darcene.
E perché a Milano gli innamorati passeggiano tra le corsie della Fnac - e NON è la stessa cosa.
Suono la chitarra da quando ho 14 anni e non ho mai dico mai suonato un pezzo di Battisti. Come uno stalinista che dava del fascista a chicantasse Non è francesca. Battisti è una vittima innocente, ma il recupero, il riabilitare tutto ciò che la sinistra aveva - con modi fascisti - vietato, ha riportato in vita la Rettore, la Carrà e sabrina Salerno, tenendo altresì in vita gente come Guccini o De Gregori - neo-skipper con la barba da anarchici.E mentre si riaprono le tombe, si prepara quella del Pianeta e la si riempie di fiori. Perché la gente vuole sentire parlar dell'ambiente - degli alberi che muoiono, dell'ozono col buco e della terra che sta male.
La terra. Ma la terra sta benone.
La terra è un sasso allagato: si ghiaccerà, si ustionerà, esploderà o ridiventerà piatta.
Chissenefrega. La terra è una scusa.Chissenefrega, quindi mi drogo. E alla frontiera mi fanno tirar giù le mutande per vedere se mi credo così furbo. Ma non scherziamo:guardatemi in faccia, sarei io il vostro uomo? Anche Mondo Marcio capirebbe che sono cresciuto sul parquet. E allora cosa? E allora, cherchez la femme. Che, portato a un livello governativo, vuol dire che vi va benissimo che mi drogo e ho paura quando vi vedo. Meglio di certo che se non mi drogassi affatto.E vi va bene anche che io sia cresciuto con la pornografia - che è istinto senza desiderio. Come quello che ho quando entro (entravo) in un negozio di dischi e ne uscivo con qualcosa in mano. Perché cazzo ho comprato un disco dei Linkin Park? Perché ho voglia di comprare, del gesto, di pagare, di placarmi.E così l'alcol, che è quella cosa che non devi bere prima di guidare ma che DEVI bere in qualsiasi altro momento.Finisce che il mio gruppo indie firma per una major e mi metto il cuore in pace. E infatti. Avevamo scelto noi come vestirci, ora ci vestiranno loro.E torneremo a casa con meno preoccupazioni, torneremo a cucire davanti alla tv - torneremo a studiare economia domestica.Si finisce urlando, ma mica perché si è capito qualcosa. Solo perché il nostro modo di esprimerci - anche nel dissenso - non può che avere le stesse forme della realtà. E così vedi quelli di 15 anni che aprono quindici finestre sullo schermo del portatile e stanno dietro a quindici conversazioni diverse.Perché Alberto Sordi ce lo meritiamo - urlava Moretti, come a dire che la massima rappresentazione che l'Italia ha raggiunto di sè stessa è la mediocrità.Falso, la massima espressione sono le stragi. Ovvero mediocrità+mafia+la paura di non riuscire a reggere una guerra civile. O più semplicemente, non decidere mai. Guardarsi indietro e dire era quello il momento di rispondere.

giovedì 19 febbraio 2009

Vicenza (la voglio anch'io una base a)

Mancano 300 giorni, 22 ore, 37 minuti e 22 secondi.
Ora più secondo meno, così recitava il timer di Trenitalia eretto come
un'Ara Pacis davanti a Stazione Centrale.
L'evento che fa da zero a quel tuttora in corso conto alla rovescia è
scritto sopra a chiare lettere.
Soltanto un'ora in treno da Milano a Bologna.
Bella, ci metto mezzora in meno.
Quindi il punto è metterci meno.
Anzi, metterci sempre meno.
Tra cinque anni ci metteremo mezzora, tra dieci basteranno dieci minuti.
Ma quando il tempo per raggiungere Bologna sarà trascurabile, quando
sarà prossimo allo zero, che senso avrà andare a Bologna?
Per mangiare i tortellini, dirà qualcuno.
Ennò.
Perché anche i tortellini - per fare da Bologna a Milano - ci
metteranno un secondo.
Finirà che si sposteranno solo le merci - e noi rimarremo immobili.
Il che già succede.
Prima andavi a comprare il pane da una parte e il prosciutto
dall'altra, ora entri all'ipercoop o chi per esso - e ci trovi anche
il prete per sposarti.
Opporsi a questo modo di produzione è un'impresa titanica.
E' come avere l'influenza, non riuscire ad alzarsi dal letto e dover
scegliere le marche dell'antibiotico in base ai dettami di Naomi
Klein.
Chi non regge a questo catechismo no-global (cioè quasi tutti, noi
spesso compresi) si ritrova pian piano a funzionare secondo le stesse
logiche.
Si ritrova a volere anche lui una base a vicenza.

lunedì 16 febbraio 2009

E Se Poi Si Spegne Tutto

Da piccolo vedevo i cani-lupo e chiedevo ma i lupi-lupi come sono
fatti? Mi dicevano che erano molto diversi, ma che non ce n'erano più.Ne vidi uno in Toscana, in un quasi zoo: era magro e smunto, stava in piedi a fatica. Ma era un lupo, cazzo.
La mia idea di catastrofe energetica, del giorno in cui si spegnerà tutto, è più o meno così: desolazione e lupi - magri e incazzati. Ci troveremo lì io e te -chiunque tu sia, ma a occhio sarai una che neanche sa accendere il gas - a dover accendere il fuoco per tenerli lontani. Non avrai più telefonino o bilancia, avrai una faccia orribile e dolori in posti che non sapevi. Ti farai il bagno in un laghetto e ti si attaccheranno addosso le sanguisughe - altro animale mitico per chi è cresciuto in città. Saremo tutti sparsi e malati, nulla di ciò che conta ora conterà. Col tempo riusciremo a ritrovarci, a riunirci. E a sentirci bene nel sentirci l'uno uguale all'altro. Poi forse tutto degenererà di nuovo, con gli stessi tempi e modi di come è stato. Ma forse no.

martedì 10 febbraio 2009

Il futuro è una trappola

Lasciare accese le luci è una rivincita contro le pantere,
i coccodrilli sotto la palafitta e qualsiasi altra maledetta creatura ci abbia minacciato dalla creazione a sei secoli fa.
Questo volevamo: far noi la luce, deciderla, disporne.
Piegare la natura.
Ovvio che ora sia diventata pigrizia - perché la pigrizia altro non è che abitudine al potere.
Le lasci accese, tua madre impreca perchè quando-andrai-a-vivere-da-solo-e-la.pagherai-tu-la-luce-voglio-vedere-se.
Vai a vivere da solo e continui a lasciarle accese.
E dici credevo di non essere l'ultimo.
Che poi è quello che ci dicono ora: risparmia perché verrà qualcuno dopo di te - e avrà bisogno di luce come te.
Come dire che lo scopo del mondo è di farlo durare.
Anzi, il nostro scopo.
Perché quello di chi ci ha preceduto era un altro.
Ma nessuno di loro dice ho sbagliato. Si dice solo pensate al vostro futuro.
Te lo dicono quelli che per ogni concerto di merda che organizzano riforestano un pezzo di sudamerica (dove magari si sentono già abbastanza forestati per i cazzi loro). Pensate al vostro futuro.
Ma il futuro l'avete inventato voi - l'avete inventato e distrutto voi.
Io accetto di sentirmi dire spegni la luce solo da chi le luci le ha sempre spente per davvero.
Come mia madre.

venerdì 6 febbraio 2009

La Faccia Di Briatore

Ai giornali servono le facce.
Per dieci pagine di pubblicità vendute,ce ne devono essere quindici di facce.
Il dominio della faccia è così clamoroso che il primo vero richiamo attrattivo delle riviste con le foto di paparazzi è quello di vedere finalmente i corpi, le schiene, le ginocchia, i piedi - non più solo le facce.
E i corpi sono spesso umani, terribili.
Come il corpo di Briatore - un panzone coi capelli bianchi che potrebbe tranquillamente essere il tuo tabaccaio.
Eppure la faccia di Briatore funziona.
Anche se tutti sanno come imperfettamente prosegua sotto.
Perchè.
Perchè nessuno si ricorda una sola frase, un gesto, una parola,
un'azione di Briatore: ma tutti se lo ricordano con al fianco incredibili e indiscutibili figone.
Come dire che la faccia di Briatore, prima di piacere, è già piaciuta.
Questa è la sua forza: aver già dimostrato di funzionare, prima di essere messa sul giornale.
Cosicché, una volta che te la trovi davanti, pensi questa faccia funziona - che sembra un giudizio, e invece è solo un assenso.
I molti soldi che di certo ha non responsabili della sua popolarità se non per l'investimento iniziale - ossia l'aver di fianco le figone.
D'altra parte, chi altri si potrebbe mai proporre?
Chi altro sarebbe così indiscutibilmente adatto per stare su una copertina?
Indiscutibilmente, perché il vero effetto che fa Briatore è di rendere inutile ogni discussione.
La gente non aspetta altro che il non dover più discutere.
I giornali e chi ci mette la pubblicità non chiedono altro che la
gente smetta di discutere.