mercoledì 8 aprile 2009

Blu Tormentone

(già pubblicato come editoriale sul portale di Alice. Però - povero - mica poteva rimaner fuori dal bloggone ministrico)

Il frigo dei gelati c’è quello che è rimasto.
Bar della spiaggia, saltellare sulla sabbia quanto cazzo scotta, a me prendi un ghiacciolo blu, il calcetto e quelli che non lo lasciano mai. Cosa ci faccio qui, dove sono le mie vacanze verità radical sob? Eppure.
Facciamo che me la godo. Birra, tavolo, sizza – questa sì che é.
Sedicenne con perizoma ho capito cosa vuol dire perizoma (avràdodiciannni, avrà).
Avrà quando? Continuo a guardarmi intorno: parete patatine con ultimi ritrovati nel campo delle, pazzol babbol, compagnia del luogo di ragazzi abbronzati da Aprile che sembrano conoscere perizoma di cui sopra.
E io sono nel quadro. Da fuori: studente milanese, sovrappeso, scottato spalle, possibilità farsi offrire bere, battere a calcetto, vendere fumaccio. D’improvviso.
La radio, il tormentone. Barista alza commentando bella questa. Si agita il perizoma, vocio dei paesani, si muove persino il culo di quella (quello?) a pazzol babbol.
Ma il video l’hai visto/guarda che è il remics di un pezzo vecchio/io il balletto lo so tutto/gente che canta/gente che canta. Taccio.
Io l’ho visto il video, no non è un remix, è una mezza porcata di pop spagnolo che solo gli spagnoli riescono a far peggio di noi (cazzo: la strofa non mi dispiace).
Occhi bassi, passerà. Ma nel baretto funziona tutto meglio, per tre minuti due secondi radio edit version. Gente che si canta in faccia, perizoma balla con vero trasporto (tra due settimane l’estate sgocciolerà e lei tornerà qui e ballerà sul tormentone e sarà già triste). Che faccio.
Avessi con me un libro di Proust, potrei almeno fare lo stronzo. Ma forse lo sembro già stando zitto.Fa cagare questa birra. E fa un caldo del cazzo, in spiaggia non c’è niente da fare, lo sapevo che non. Torno agli asciugamani. I miei amici sono degli alternativi (così si parlava quindici estati fa). Mi daranno un’alternativa, a spiaggia-perizoma-tormentone. Un’alternativa. E invece: 4 corpi stesi al sole, sei cuffie, i loro i nostri tormentoni, nessuno che canta, che balli figurati, trampo’ andiamo a fare il bagno.
Cazzo, ora torno indietro e dico: c’è un’alternativa a questo bar e a questa musica e al senso di vuoto che tra un mese vi assalirà. C’è un’alternativa e NON è quella dei miei amici. C’è un’alternativa e non so ancora qual è.
Forse è costruire un altro bar allegro come lo è questo adesso.
No, quello blu non c’era.