Prima che la leggiate da un'altra parte, ecco la tracklist di Fuori
1.Il Sole (è importante che non ci sia)
2.Gli Alberi
3.Vestirsi Male
4.Noi Fuori
5.Tutta Roba Nostra
6.Le Città Senza Fiumi
7.Una Questione Politica
8.Due Dita Nel Cuore
9.La Petroliera
10.Mangio La Terra
11.Che Cosa Ti Manca
12.Vorrei Vederti Soffrire
sabato 25 settembre 2010
mercoledì 22 settembre 2010
Gli Alberi - testo
Anche questa volta
mi dovrai difendere
dagli sguardi della gente
perché non ha più senso
sentirsi diverso
o provare ad assomigliare a tutti
le colpe sono colpi da schivare
mentre giù nella trincea
non sai nemmeno a chi puntare
da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
chissà che fine farà la nostra città
Noi saliremo sopra gli alberi
e sputeremo in testa a chi si avvicinerà
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
Noi saliremo sopra agli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guarderemo da lontano il cielo cadere
sulla nostra città
Anche questa volta ci dovremo arrendere
ai discorsi della gente
lanciamo come bombe i nostri cuori all'orizzonte
per tenerci lontano dagli scontri
ma tanto ce n'è sempre uno di troppo
che ci sveglia ogni mattina e ci addormenta la sera
da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
Noi saliremo sopra gli alberi
e sputeremo in testa a chi si avvicinerà
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
Noi saliremo sopra agli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guarderemo da lontano il cielo cadere
sulla nostra città
E getteremo le divise a terra
e bruceremo la bandiera bianca
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
noi saliremo sopra gli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guardaremo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
(di Davide Luigi Alessandro Autelitano)
mi dovrai difendere
dagli sguardi della gente
perché non ha più senso
sentirsi diverso
o provare ad assomigliare a tutti
le colpe sono colpi da schivare
mentre giù nella trincea
non sai nemmeno a chi puntare
da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
chissà che fine farà la nostra città
Noi saliremo sopra gli alberi
e sputeremo in testa a chi si avvicinerà
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
Noi saliremo sopra agli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guarderemo da lontano il cielo cadere
sulla nostra città
Anche questa volta ci dovremo arrendere
ai discorsi della gente
lanciamo come bombe i nostri cuori all'orizzonte
per tenerci lontano dagli scontri
ma tanto ce n'è sempre uno di troppo
che ci sveglia ogni mattina e ci addormenta la sera
da quanto tempo ormai sappiamo che non fa per noi
Noi saliremo sopra gli alberi
e sputeremo in testa a chi si avvicinerà
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
Noi saliremo sopra agli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guarderemo da lontano il cielo cadere
sulla nostra città
E getteremo le divise a terra
e bruceremo la bandiera bianca
e guarderemo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
noi saliremo sopra gli alberi
ma così in alto che nessuno se ne accorgerà
e guardaremo da lontano le guerre
che incendieranno la nostra città
(di Davide Luigi Alessandro Autelitano)
lunedì 20 settembre 2010
Gli Alberi - making of
Sei solo, affamato e nel mezzo del fottuto nulla.
D'un tratto, non importa quanto lontano, vedi la luce di una discoteca - quei fari che puntano nel cielo e fanno sbandare gli aerei e sottointendono locali generalmente squallidi dove dj si dice ancora disc jockey e al barman non riescono neanche i giochi con le bottiglie. Ma non hai scelta cazzo, se vuoi sopravvivere e vedere che faccia ha il domani non hai scelta.
Questi ed altri pensieri sono passati per la testa di qualsiasi insetto si fosse trovato il 4 settembre nel novarese.
Legioni di moscerini, zanzare e vespe giganti roteavano nel buio e nella noia (il fatto che gli insetti si gasino così tanto quando vedono una lampadina, credo voglia dire che nel buio si rompono sostanzialmente i coglioni), finché - non importa quanto lontano - qualcuno ha deciso di accendere tot riflettori dal nome a sigla (tipo TL57 o CRUT15 - per permettere ai tecnici di parlare con gergo tecnico) e dalla potenza di fuoco disumana, unito a diversi altri neon e ammenicoli.
Quel qualcuno coincideva ovviamente con noialtri, intenti a girare il video de Gli Alberi, che nei progetti sarebbe stato video da crepuscolo ma poi scopri che nel novarese il crepuscolo in settembre dura meno di un pezzo dei Ramones e capisci che ti toccano le tenebre.
E' sinceramente un peccato che nel video non si possa apprezzare come si dovrebbe il momento dell'attacco degli insetti.
E non già per render conto della situazione in cui il caro Saku (regista e novello apicoltore) ha girato il video: quello che si perde è una documentazione entomologica importante, ovvero la possibilità di un incontro filmato ravvicinato col Calabrone Gigante di Robbecchetto con Induno.
Il Calabrone Gigante di Robbecchetto con Induno è lungo circa quanto un gamberone o uno scampo di un ristorante di quelli che generalmente non ti puoi permettere ma se paga qualcunaltro ordini generalmente qualcosa con appunto un crostaceo caro sdraiato su risotto/tagliatella/griglia.
Al termine del suo corpicione mostra fiero un pungiglione da aprirci le lattine, mentre dal lato opposto splendono occhi neri assetati di sangue - nonostante sia quasi certo che il calabrone gigante non abbia particolare predilezione per il sangue.
Ciò detto, tutto sul momento indicava altro: in mezzo ai quattro riflettori tanto più accecanti quanto colpevoli, i Calabroni Giganti volavano tra gli stormi di insetti assortiti (e quasi tutti a quel punto desiderabili) come squali in mezzo a orate d'allevamento.
Non solo, vuoi perché confusi vuoi perché assetati di sangue vuoi perché un po' stronzi, i suddetti C.G. si spostavano con traiettorie imprevedibili ma all'apparenza vendicative, si appoggiavano spesso e volentieri su spalle, colli, capelli, gambe, lobi.
Non c'era bisogno in quel momento di consultare wikipedia per capire che una puntura di uno di quegli astici volanti in zone importante avrebbe causato o morte da soffocamento o un video dei Ministri girato al pronto soccorso (una volta tornato a casa, ho effettivamente controllato wikipedia: avevamo temuto giusto).
E così, mentre qualcuno urlava, qualcunaltro più prosaicamente bestemmiava e il buon regista si chiedeva se sarebbe riuscito a stare al centro di quelle luci con la scritta pungimi in fronte e il compito insieme di girarci un video, il buon Divi - momentaneamente ritenutosi immortale - cercava di spingere gli orrendi in un ventilatore industriale posizionato nel mezzo del set (riuscendoci spesso, con tanto di suono splatter del calabrozzo macinato dalle pale).
Nei momenti di calma apparente, avvolti solo da mai tanto benvolute zanzare tigre, si è effettivamente girato il video - con gioia e incoscienza.
Un'esperienza che nel complesso ci ha lasciato almeno due buoni insegnamenti.
1. Per girare un video di una canzone nel mezzo di una riserva di calabroni giganti devi volere davvero molto bene a quella canzone.
2. I ventilatori industriali, oltre a proteggerci dagli insetti cattivi, sono anche capaci di
a)farti sembrare uno dei Bee Gees se hai i capelli lunghi
b)farti socchiudere gli occhi con effetto faccia da triglia - tipico dei video dei Backstreet Boys. E non puoi farci niente: se sei a meno di due metri da quel coso socchiudi come socchiudeva Nick Carter.
E pensi: ma vuoi vedere che in realtà non voleva fare così il piacione, vuoi vedere che senza quelle grosse pale oggi saremmo tutti qui ad ascoltare Larger Than Life?
D'un tratto, non importa quanto lontano, vedi la luce di una discoteca - quei fari che puntano nel cielo e fanno sbandare gli aerei e sottointendono locali generalmente squallidi dove dj si dice ancora disc jockey e al barman non riescono neanche i giochi con le bottiglie. Ma non hai scelta cazzo, se vuoi sopravvivere e vedere che faccia ha il domani non hai scelta.
Questi ed altri pensieri sono passati per la testa di qualsiasi insetto si fosse trovato il 4 settembre nel novarese.
Legioni di moscerini, zanzare e vespe giganti roteavano nel buio e nella noia (il fatto che gli insetti si gasino così tanto quando vedono una lampadina, credo voglia dire che nel buio si rompono sostanzialmente i coglioni), finché - non importa quanto lontano - qualcuno ha deciso di accendere tot riflettori dal nome a sigla (tipo TL57 o CRUT15 - per permettere ai tecnici di parlare con gergo tecnico) e dalla potenza di fuoco disumana, unito a diversi altri neon e ammenicoli.
Quel qualcuno coincideva ovviamente con noialtri, intenti a girare il video de Gli Alberi, che nei progetti sarebbe stato video da crepuscolo ma poi scopri che nel novarese il crepuscolo in settembre dura meno di un pezzo dei Ramones e capisci che ti toccano le tenebre.
E' sinceramente un peccato che nel video non si possa apprezzare come si dovrebbe il momento dell'attacco degli insetti.
E non già per render conto della situazione in cui il caro Saku (regista e novello apicoltore) ha girato il video: quello che si perde è una documentazione entomologica importante, ovvero la possibilità di un incontro filmato ravvicinato col Calabrone Gigante di Robbecchetto con Induno.
Il Calabrone Gigante di Robbecchetto con Induno è lungo circa quanto un gamberone o uno scampo di un ristorante di quelli che generalmente non ti puoi permettere ma se paga qualcunaltro ordini generalmente qualcosa con appunto un crostaceo caro sdraiato su risotto/tagliatella/griglia.
Al termine del suo corpicione mostra fiero un pungiglione da aprirci le lattine, mentre dal lato opposto splendono occhi neri assetati di sangue - nonostante sia quasi certo che il calabrone gigante non abbia particolare predilezione per il sangue.
Ciò detto, tutto sul momento indicava altro: in mezzo ai quattro riflettori tanto più accecanti quanto colpevoli, i Calabroni Giganti volavano tra gli stormi di insetti assortiti (e quasi tutti a quel punto desiderabili) come squali in mezzo a orate d'allevamento.
Non solo, vuoi perché confusi vuoi perché assetati di sangue vuoi perché un po' stronzi, i suddetti C.G. si spostavano con traiettorie imprevedibili ma all'apparenza vendicative, si appoggiavano spesso e volentieri su spalle, colli, capelli, gambe, lobi.
Non c'era bisogno in quel momento di consultare wikipedia per capire che una puntura di uno di quegli astici volanti in zone importante avrebbe causato o morte da soffocamento o un video dei Ministri girato al pronto soccorso (una volta tornato a casa, ho effettivamente controllato wikipedia: avevamo temuto giusto).
E così, mentre qualcuno urlava, qualcunaltro più prosaicamente bestemmiava e il buon regista si chiedeva se sarebbe riuscito a stare al centro di quelle luci con la scritta pungimi in fronte e il compito insieme di girarci un video, il buon Divi - momentaneamente ritenutosi immortale - cercava di spingere gli orrendi in un ventilatore industriale posizionato nel mezzo del set (riuscendoci spesso, con tanto di suono splatter del calabrozzo macinato dalle pale).
Nei momenti di calma apparente, avvolti solo da mai tanto benvolute zanzare tigre, si è effettivamente girato il video - con gioia e incoscienza.
Un'esperienza che nel complesso ci ha lasciato almeno due buoni insegnamenti.
1. Per girare un video di una canzone nel mezzo di una riserva di calabroni giganti devi volere davvero molto bene a quella canzone.
2. I ventilatori industriali, oltre a proteggerci dagli insetti cattivi, sono anche capaci di
a)farti sembrare uno dei Bee Gees se hai i capelli lunghi
b)farti socchiudere gli occhi con effetto faccia da triglia - tipico dei video dei Backstreet Boys. E non puoi farci niente: se sei a meno di due metri da quel coso socchiudi come socchiudeva Nick Carter.
E pensi: ma vuoi vedere che in realtà non voleva fare così il piacione, vuoi vedere che senza quelle grosse pale oggi saremmo tutti qui ad ascoltare Larger Than Life?
giovedì 16 settembre 2010
Vitamine, il nemico di dopodomani.
Un bel giorno qualcuno ha cominciato a mettere le tabelle caloriche sulle confezioni.
Dato che non mi risulta un alimento uno che tragga giovamento commerciale dal fatto di essere più calorico (qualcuno ha mai visto scritte tipo "nuova ricetta: da oggi ancora più grasso!"?), è evidente che ogni casa produttrice cercherà di pubblicare tabelle in cui il totalone delle calorie e il parziale dei lipidi siano bassi il più possibile (a tutt'oggi, stupisco di fronte al mistico kCal zero della diet coke: davvero posso bere diet coke fino a più infinito?). Mi è lecito dunque immaginare mafie di vario tipo tra chi commissiona la tabella e il laboratorio che effettivamente la fornisce, nonché vari tipi di agenti chimici o naturali che modifichino i risultati pur non variando la sostanza nella sua cicciosità.
Il fatto che io possa elucubrare su ciò pur non avendo mai seguito una lezione di chimica dall'inizio alla fine significa prima di tutto che il fatto di rendere pubblico il minaccioso e complicatissimo mondo delle calorie sia parte di una più ampia strategia.
Fino a dieci anni fa, la gente mangiava e sapeva che dieci polpette valgono più di una polpetta, che un chilo di insalata pesa meno sul tuo girovita di un etto di tiramisu e via dicendo.
Ora, volendo, potrei invece tramutare le polpette in numeri e altrettanto arrivare a un'equivalenza insalata-tiramisù che mi permetta di sapere quanta insalata devo mangiare per pareggiare un etto di tiramisù.
Però non lo faccio, perché sostanzialmente continuo a non saperne un cazzo uno, due non terrei conto nei miei calcoli di tutta una serie di fattori che chi legge CorriereSalute crede di avere ben presenti (certe proteine vengono assimilate in ics modo, certi grassi si triplicano, altri si dividono se bevi succo di pompelmo, etc), tre sullo sfondo sopravvive il gigantesco spettro del metabolismo - termine che spiega perché certa gente mangia a sbafo tiramisù e rimane identica mentre altra si gonfia con l'insalata.
Qualcuno insomma mi ha dato strumenti degni della scientifica di C.S.I. e ha fatto però in modo però che l'unica mia possibilità di analisi stia nel totalone o nel subtotale dei grassi - riducendo il tutto a un discorso di più grasso / meno grasso.
Seguendo questo filo e rinunciando ai più banali (e sensati) ragionamenti dell'era pre-tabellica, è sensato credere che l'industria alimentare si dia dannatamente da fare per uno dei tre seguenti obiettivi 1) portare a zero i grassi nelle tabelle 2) eliminare l'intera sezione grassi dalle tabelle 3) eliminare i grassi dal mondo.
Se ciò accadesse (basta tener d'occhio le tabelle per vedere come procede la cospirazione anti-grassi), evidentemente la guerra si sposterebbe contro i carboidrati prima e le proteine poi.
Quando il campo apparirà sgombro, ogni alimento sarà a calorie zero e la gente sarà ancora divisa in gente grassa e gente magra e gente gonfia dopo litri di diet coke.
A quel punto, finalmente, partirà una guerra santa contro le ultime sopravvissute - le vitamine, da anni bandiera dell'esercito del benessere.
Da un giorno all'altro, quelle che oggi crediamo alleate nella lotta contro invecchiamentocellulare/raffreddore/orecchieasventola saranno additate come principali responsabili di tutti i rotolini che ancora ci nasconderanno l'ombelico.
Fior fior di studi, ricercatori e team americani dell'università di vattelapesca, diranno al mondo che sono le vitamine il nemico, e di cambiare quanto prima abitudini alimentari.
E finalmente, sulle confezioni appariranno scritte del tipo "nuova ricetta: meno vitamine, più grassi".
E' solo questione di tempo.
Dato che non mi risulta un alimento uno che tragga giovamento commerciale dal fatto di essere più calorico (qualcuno ha mai visto scritte tipo "nuova ricetta: da oggi ancora più grasso!"?), è evidente che ogni casa produttrice cercherà di pubblicare tabelle in cui il totalone delle calorie e il parziale dei lipidi siano bassi il più possibile (a tutt'oggi, stupisco di fronte al mistico kCal zero della diet coke: davvero posso bere diet coke fino a più infinito?). Mi è lecito dunque immaginare mafie di vario tipo tra chi commissiona la tabella e il laboratorio che effettivamente la fornisce, nonché vari tipi di agenti chimici o naturali che modifichino i risultati pur non variando la sostanza nella sua cicciosità.
Il fatto che io possa elucubrare su ciò pur non avendo mai seguito una lezione di chimica dall'inizio alla fine significa prima di tutto che il fatto di rendere pubblico il minaccioso e complicatissimo mondo delle calorie sia parte di una più ampia strategia.
Fino a dieci anni fa, la gente mangiava e sapeva che dieci polpette valgono più di una polpetta, che un chilo di insalata pesa meno sul tuo girovita di un etto di tiramisu e via dicendo.
Ora, volendo, potrei invece tramutare le polpette in numeri e altrettanto arrivare a un'equivalenza insalata-tiramisù che mi permetta di sapere quanta insalata devo mangiare per pareggiare un etto di tiramisù.
Però non lo faccio, perché sostanzialmente continuo a non saperne un cazzo uno, due non terrei conto nei miei calcoli di tutta una serie di fattori che chi legge CorriereSalute crede di avere ben presenti (certe proteine vengono assimilate in ics modo, certi grassi si triplicano, altri si dividono se bevi succo di pompelmo, etc), tre sullo sfondo sopravvive il gigantesco spettro del metabolismo - termine che spiega perché certa gente mangia a sbafo tiramisù e rimane identica mentre altra si gonfia con l'insalata.
Qualcuno insomma mi ha dato strumenti degni della scientifica di C.S.I. e ha fatto però in modo però che l'unica mia possibilità di analisi stia nel totalone o nel subtotale dei grassi - riducendo il tutto a un discorso di più grasso / meno grasso.
Seguendo questo filo e rinunciando ai più banali (e sensati) ragionamenti dell'era pre-tabellica, è sensato credere che l'industria alimentare si dia dannatamente da fare per uno dei tre seguenti obiettivi 1) portare a zero i grassi nelle tabelle 2) eliminare l'intera sezione grassi dalle tabelle 3) eliminare i grassi dal mondo.
Se ciò accadesse (basta tener d'occhio le tabelle per vedere come procede la cospirazione anti-grassi), evidentemente la guerra si sposterebbe contro i carboidrati prima e le proteine poi.
Quando il campo apparirà sgombro, ogni alimento sarà a calorie zero e la gente sarà ancora divisa in gente grassa e gente magra e gente gonfia dopo litri di diet coke.
A quel punto, finalmente, partirà una guerra santa contro le ultime sopravvissute - le vitamine, da anni bandiera dell'esercito del benessere.
Da un giorno all'altro, quelle che oggi crediamo alleate nella lotta contro invecchiamentocellulare/raffreddore/orecchieasventola saranno additate come principali responsabili di tutti i rotolini che ancora ci nasconderanno l'ombelico.
Fior fior di studi, ricercatori e team americani dell'università di vattelapesca, diranno al mondo che sono le vitamine il nemico, e di cambiare quanto prima abitudini alimentari.
E finalmente, sulle confezioni appariranno scritte del tipo "nuova ricetta: meno vitamine, più grassi".
E' solo questione di tempo.
mercoledì 15 settembre 2010
Testi sacri.
Meglio non guardarsi troppo attorno: mentre aspetti che il tuo disco finisca sugli scaffali (sperando che faccia in tempo, prima che tolgano gli scaffali), scopri che è in atto l’ennesimo rilancio della Bibbia – sorta di saga di pastori repressi e variamente ossessionati da agnelli, donne e locuste – e ti chiedi se non è il caso di deporre le armi, aprire un chiosco di panini e vedersi l’umanità sfilare davanti fino ad apocalissi più o meno efficaci.
Fare dischi oggi è certo attività meno sicura di far panini, però decisamente più appassionante (e assolutamente meno utile).
Per registrare Fuori (avverbio), ci abbiamo messo tanto – nessuno saprà mai se troppo. Abbiamo scritto e registrato ventisei canzoni, buttandone giù dalla rupe una buona metà (che ora è lì ai piedi della rupe, senza sapere se mai qualcuno verrà giù a raccattarla). Abbiamo discusso su cose incredibilmente futili, che per alcuni quarti d’ora sono sembrate capitali.
Abbiamo cominciato mille strade prima di trovare quella giusta – e altrettanto abbiamo fatto con le parole. Cibo pessimo quasi sempre, con Milano fuori dalle finestre che dimostrava di saper essere odiosa con qualsiasi temperatura e condizione atmosferica – dalla neve sporca all’afa insettifera. Un dodicesimo del disco lo abbiamo già buttato allo scoperto.
Degli altri undici dodicesimi si può dire questo:
- Che uno contiene un evidente omaggio a un musicista francese tutt’ora in attività
- Che uno è dedicato a così tante brutte persone che non valeva neanche la pena di nominarne una
- Che due hanno così poche chitarre che non sembriamo noi anzi sì
- Che uno cominciava con un uccellino che si era intromesso in un take di batteria ma poi quello del mastering lo ha tolto e ce ne siamo accorti tardi
- Che due hanno sia banjo che mandolino che dobro che acustica che elettrica e fanno quasi tutti la stessa cosa
- Che uno è nascosto
- Che uno ha un finale urlato così estremo che mia nonna mi prenderà per un satanista
- Che uno ha dentro una Juno 106, uno la Korg MS20, uno la Poly 800, uno la Rodero e alcuni tutte assieme
- Che uno parla anche di Satana, in effetti, ma ne parla male
- Che uno l’ha scritto Divi e ho capito di chi parlava solo in una notte molto difficile
- Che la primissima copertina doveva essere quella qui sotto ma dopo abbiamo deciso di metterci i nostri brutti musi, che sono l'unico vero collante di questi nuovi cinquanta minuti di deliri e invettive.
Fare dischi oggi è certo attività meno sicura di far panini, però decisamente più appassionante (e assolutamente meno utile).
Per registrare Fuori (avverbio), ci abbiamo messo tanto – nessuno saprà mai se troppo. Abbiamo scritto e registrato ventisei canzoni, buttandone giù dalla rupe una buona metà (che ora è lì ai piedi della rupe, senza sapere se mai qualcuno verrà giù a raccattarla). Abbiamo discusso su cose incredibilmente futili, che per alcuni quarti d’ora sono sembrate capitali.
Abbiamo cominciato mille strade prima di trovare quella giusta – e altrettanto abbiamo fatto con le parole. Cibo pessimo quasi sempre, con Milano fuori dalle finestre che dimostrava di saper essere odiosa con qualsiasi temperatura e condizione atmosferica – dalla neve sporca all’afa insettifera. Un dodicesimo del disco lo abbiamo già buttato allo scoperto.
Degli altri undici dodicesimi si può dire questo:
- Che uno contiene un evidente omaggio a un musicista francese tutt’ora in attività
- Che uno è dedicato a così tante brutte persone che non valeva neanche la pena di nominarne una
- Che due hanno così poche chitarre che non sembriamo noi anzi sì
- Che uno cominciava con un uccellino che si era intromesso in un take di batteria ma poi quello del mastering lo ha tolto e ce ne siamo accorti tardi
- Che due hanno sia banjo che mandolino che dobro che acustica che elettrica e fanno quasi tutti la stessa cosa
- Che uno è nascosto
- Che uno ha un finale urlato così estremo che mia nonna mi prenderà per un satanista
- Che uno ha dentro una Juno 106, uno la Korg MS20, uno la Poly 800, uno la Rodero e alcuni tutte assieme
- Che uno parla anche di Satana, in effetti, ma ne parla male
- Che uno l’ha scritto Divi e ho capito di chi parlava solo in una notte molto difficile
- Che la primissima copertina doveva essere quella qui sotto ma dopo abbiamo deciso di metterci i nostri brutti musi, che sono l'unico vero collante di questi nuovi cinquanta minuti di deliri e invettive.
domenica 12 settembre 2010
Il Sole (è importante che non ci sia)
E' importante che non ci sia il sole
che manda sempre tutto a puttane
se c'è qualcosa che bisogna dire
ti trova sempre di meglio da fare
gli occhiali scuri fan guardare altrove
è importante che non ci sia il sole
Ci serve un cielo che non ci dia scampo
ogni sorriso sarà a nostro rischio
non avrà luce non avrà più scuse
tutto il nero che ti porti dentro
ricordi quando arrivava il circo
com'era facile dimenticare
Voglio vederti con la faccia stanca
tornare a casa tardi dal lavoro
tu guarda dove ci ha portato il sole
qui intorno è tutto lasciato andare
Voglio vederti con la faccia bianca
sapere che te ne potresti andare
è il sole che non ci fa uscire di casa
che ci nasconde che ci fa ammalare
Il sole in fondo non ci deve niente
e se ne frega delle vostre lodi
si spegnerà e toccherà a voi l'inferno
moriranno tutti i pomodori
sarò come la nebbia a mezzogiorno
ma finalmente ti potrai fidare
Voglio vederti con la faccia stanca
tornare a casa tardi dal lavoro
tu guarda dove ci ha portato il sole
qui intorno è tutto lasciato andare
Voglio vederti con la faccia bianca
sapere che te ne potresti andare
tu guarda quanti ne ha ammazzati il sole
e quanti ancora stanno lì a guardare
Con questo sole non si vede niente.
che manda sempre tutto a puttane
se c'è qualcosa che bisogna dire
ti trova sempre di meglio da fare
gli occhiali scuri fan guardare altrove
è importante che non ci sia il sole
Ci serve un cielo che non ci dia scampo
ogni sorriso sarà a nostro rischio
non avrà luce non avrà più scuse
tutto il nero che ti porti dentro
ricordi quando arrivava il circo
com'era facile dimenticare
Voglio vederti con la faccia stanca
tornare a casa tardi dal lavoro
tu guarda dove ci ha portato il sole
qui intorno è tutto lasciato andare
Voglio vederti con la faccia bianca
sapere che te ne potresti andare
è il sole che non ci fa uscire di casa
che ci nasconde che ci fa ammalare
Il sole in fondo non ci deve niente
e se ne frega delle vostre lodi
si spegnerà e toccherà a voi l'inferno
moriranno tutti i pomodori
sarò come la nebbia a mezzogiorno
ma finalmente ti potrai fidare
Voglio vederti con la faccia stanca
tornare a casa tardi dal lavoro
tu guarda dove ci ha portato il sole
qui intorno è tutto lasciato andare
Voglio vederti con la faccia bianca
sapere che te ne potresti andare
tu guarda quanti ne ha ammazzati il sole
e quanti ancora stanno lì a guardare
Con questo sole non si vede niente.
Iscriviti a:
Post (Atom)