Prendete due paesini di venti case ciascuno. Uno ha il fruttivendolo e l'ambulatorio medico l'altro ha il bar.
Quale dei due è frazione dell'altro? La risposta è ovvia. Viene riassunta spesso nel ritornello "Perchè in Italia l'alcol è cultura".
No, l'alcol è una sostanza. Una droga, per usare la terminologia di chi ha paura delle sostanze.
E inebriarsi con le sostanze non è cultura, è natura.
Bevo perché mi piacciono gli effetti dell'alcool, diciamolo.
E diciamo anche che l'orologio dell'Italia è mosso dall'alcol stesso: uscire la sera coincide col consumare collettivamente alcol e qualsiasi rito o festeggiamento ne prevede l'assunzione - dalla messa alla laurea.
Quindi, si beve e nessuno si chiede perché. Poi ci si schianta e tutti si chiedono perché.
In un paese in cui tutti la sera bevono, sai che sorpresa trovare dell'alcol nel sangue.
Se esco non posso far altro che bere. Se bevo credo di poter far tutto, anche mettermi al volante.
Guarda che t'ammazzi - mi dicono le pubblicità progresso - fatte probabilmente coi soldi che lo stato guadagna su ogni singola bottiglia d'alcol venduta. E mi dicono fai guidare qualcunaltro. Come dire ciccio, la soluzione trovatela tu, noi di mestiere facciamo le multe, contiamo i morti e facciamo monopoli.
Ma il senso della misura non è cosa che abbia a che fare con questo mondo: chi vende alcol vuole che se ne venda sempre di più e non riuscirà mai a essere credibile nel dirmi "bevi il giusto". E così tutti lo bevono, tutti lo spacciano (impossibile trovare un prodotto meglio distribuito: dal bar sotto casa che dispensa bianchini, ai grandi sponsor alcolici che amano accapparrarsi i festival e gli eventi con target 14-20), tutti prima o poi si schianteranno.
Smettere di bere non è la soluzione, smettere di bere è la scelta di chi in fin dei conti non ama bere.
I Ministri bevono e lo dicono nel pezzo almeno un centinaio di volte. Spesso hanno guidato - come quasi tutti - ubriachi o alticci.
Spesso si sono chiesti perché avessero bevuto così tanto. Ma i Ministri nella vita non fanno soldi con l'alcol.
Chi li fa, corra ai ripari, se qualcuno davvero vuole riparare qualcosa.
Niente più modelle con ombelichi tappati e niente più macchine accartocciate: al loro posto grossi pullman della Campari, Molinari, Absolut che riportino a casa tutti quelli che non riescono più a guidare. Pullman pieni zeppi di gente ubriaca che urla, canta, scopa tra i sedili e si abbraccia.
Sarebbe uno spettacolo orribile, ma finalmente onesto.
10 commenti:
siamo un paese di ipocriti, e non siamo l'unico. le campagne pubblicitarie che dicono di bere responsabilmente: pietose. Come l'iniziativa dell'anno scorso di Havana che recita: 1. Stacci dentro!
2. Se sei fuori, sei out
3. Party, bevi e torna
4. Donna bevuta, mai piaciuta
5. Consumo controllato, prestazioni garantite
6. Anche i ‘veri uomini’ chiedono aiuto
7. Sì Limit! Riconosci il tuo
8. Balla non sballa
9. Cammini dritto? Portami a casa!
10. Domani è un’altra festa
siamo proprio il Bel Paese...
"Perchè non c'è altro
bevo bevo bevo.."
"Sarebbe bello un giorno uscire per vederti e scoprire che si puo' far qualcos'altro.."
Sarebbe bello che queste parole fossero seriamente ascoltate e non buttate giù come un bicchierino di tequila bum bum.
Fede, sei un genio. Non esagero e non smettero' mai di dirlo e pensarlo. E tu non smettere di scrivere per nessun motivo, di Galilei ce n'è già stato uno.
Ora vado, c'è dell'alcol che mi aspetta..
mak
io esco,
e non bevo quasi mai.
e mai da ubriacarmi).
e mi diverto lo stesso.
meno droga piu amore.
ma se non c'è amore drogatevi liberamente almeno.
è vero, l'ipocrisia dello stato e dei produttori di alcol è agghiacciante. Però ancora peggio è la mentalità "giovanile" dei nostri tempi: se non bevi, o meglio se non ti ubriachi, sei "uno sfigato". Oppure semplicemente non ci si riesce a divertire se non si è ubriachi. è questa "dipendenza" del divertimento dall'alcool che mi schifa. Ormai si beve perché è necessario farlo, perché il cliché lo prevede... Tornare a divertirsi perchè la serata è semplicemente una bella serata tra amici, farebbe bene a molti...
Qui a Genova la "cultura dell'alcool" per fortuna non c'è granchè. Ma la si vede cmq ogni settimana al TG.
"e poi ci sei tu ..."
E ce ne sono tanti/e. Ma credo che la paura di passare una serata troppo seria e noisosa, con le briglie non sciolte dall'alcool, porti molti a bere senza pensare.
Non do tutta questa colpa ai rivenditori di alcoolici. In fin dei conti sono spacciatori. Do la colpa a chi li lascia fare e a chi ciecamente segue come una pecora
L'accostamento con Transalcolico è d'obbligo ;)
"Io bevo anche se poi sto male
ma mi serve a far uscire fuori la mia parte animale
devo farla respirare
Bevo anche se non e' vero
qui lo dico e qui lo nego
solo per provocare"
L' alcol non è il problema, è solo un mezzo, lo spaccio di cubalibre è legale, altre sostanze non lo sono, ma cosa è peggio se devi guidare? Tre negroni o tre tiri? L'alcol ha l'appoggio di chi decide le regole, regole sempre più subdolamente restrittive che non fanno che rendere il bere ancora più mitico ed anticonvenzionale agli occhi degli adoloscenti, che cercano spazio e visibilità con i propri coetanei, e senza mai vietarlo. Lo spacciatore tunisino non ha l'appoggio del governo, nessuno tutela il suo prodotto, il suo prodotto fa concorrenza, non importa se è più o meno nocivo, il gesto di bere è normale, è il gesto in se che viene condannato. Le sostanze nocive sono nocive per me che le assumo, le macchine che possono andare a 210 quando i limiti sono a 130 sono nocive. Le cose di per se sono innocue, è la persona che spara non la pistola.
la fregnaccia della cultura è soprattutto usata per difendere quelli che abusano del vino, o per dirla in gergo, svinazzano.
per dirla con il classico sillogismo aristotelico:
- in italia c'è l'ambiente adatto alla coltivazione dell'uva
- dall'uva si ricava il vino
-> bere vino fa parte della cultura italiana
mai minchiata fu più totale.
è cultura: un paio di bicchieri abbinati alla pietanza per esaltarne il sapore o smorzarne gli eccessi di acidità/spidità/dolcezza eccetera. e si parla di vino da almeno dieci euro, non il tavernello o quello da due euri del supermercato.
(per inciso: un sommelier difficilmente lo si trova sbronzo perso.)
NON è cultura: vado a cena fuori e prima ancora che mi arrivi la prima portata ho finito la boccia di vino.
per non parlare del vino a due euri in qualsiasi supermercato: non scherzo, costa di più un pacco di assorbenti.
Quando mi diverto/bevobevobevo
quando non mi diverto/bevobevobevo
un'unica soluzione,facile, a portata di mano, senza nemmeno ragionare, avete detto tutto in due frasi
però - è difficile non capire da se' quando è arrivato il momento di dire no ad un altro giro di bicchieri, a costo di passare per sfigato o asociale. C'è da portar a casa la pellaccia.
invito alla visione di "Alcool" regia di Augusto Tretti...
Lidalgirl ha centrato il problema. Cultura significa capire ciò che si sta facendo. Se si capisce ciò che si fa, allora la boccia di vino se ne va DURANTE la degustazione e non prima. Ma stiamo diventando sempre più il paese del Campari e Gin e dei Mojito, purtroppo. Arrivarci alla cena, da sobri, sarebbe già qualcosa.
Posta un commento