mercoledì 1 dicembre 2010

ALLA DERIVA - Guida in buona fede al naufragio milanese

milano rivolta

La mia città non ha ancora deciso a cosa assomigliare.
Da anni ormai oscilla goffamente tra una sorta di versione open air del primo piano della Rinascente, una città di provincia austriaca che in centro ti senti un turista anche se ci sei nato e un sequel della Milano che c'era prima - di quei sequel con il budget tagliato e il cast sostituito dai parenti del produttore.
Chi vive a Milano, chi l'ama o la ha amata, non chiede necessariamente che assomigli di più al film che ci si è fatti in testa (ad esempio, nella mia idea di Milano, ci sarebbero molti più tappeti saltanti e campi di minigolf - e capisco non tutti ne sentano il bisogno), chiede semplicemente ok, ma dove stiamo andando?
Anche perché se qualcuno pensava di intortarci con lo skyline (parola inglese che vuol dire che se abiti al quarto piano della casetta di fronte non vedi più il sole o - per l'appunto - lo sky), è arrivato fuori tempo massimo.
La speranza della nostra amministrazione è che noi si creda che i grattacieli esistano solo a New York e in Blade Runner - e che perciò, comunque vengano su, ci sarà da essere contenti di far parte di questo così esclusivo club.
Purtroppo per loro, anche la più stronza città della più stronza regione cinese ha una quantità di monoliti multipiano che a confronto sembriamo un plastico del Lego o un set futuribile di Pieraccioni.
L'idea quindi di diventare un posto così a dismisura d'uomo da farci sentire piccoli ma grandi dentro è decisamente da scartare.
Come è ugualmente da scartare l'ipotesi "città d'arte", dato che l'omogeneità architettonica e paesaggistica di Milano ricorda certi miei orribili accostamenti casual domenicali - del tipo pantaloni della tuta, calze spaiate, maglietta e golf di due blu diversi.
Eliminerei senza appello anche il modello "città dei servizi", ovvero quel genere di città che a vederle non ti dicono granché, però come arrivano in orario i tram lì / come funzionano le poste lì / come son gentili i tassisti lì / come trovi da dormire a poco lì / come sono gentili nei bar lì.
A Milano quasi nessuno vorrebbe fare quello che sta effettivamente facendo, e la giovialità ne è la prima vittima.
Rimangono poche desolanti alternative identitarie - tra cui spicca la dottrina della "città della moda", destino che riguarda pochi e quei pochi sono così scemi che neanche si accorgono che, in virtù della moda stessa, la città della moda presto sarà un'altra e poi un'altra ancora.
Propongo quindi di individuare per Milano una deriva (mi sembra a conti fatti il termine più adatto), che tenga conto di quello che c'è - che ci piaccia o meno - cercando di valorizzare le nostre pochezze e le nostre vergogne.
Per far ciò bisognerà essere impietosi, drastici, onesti e insieme incredibilmente positivi - come chi ha perso la fede nuziale in un cassonetto della monnezza e decide di volerla ritrovare costi quel che.
Nei limiti del tempo a disposizione e della buona salute della mia insonnia, l'intera città verrà scandagliata attraverso grossi filoni che - commercialmente o meno - la attraversano, dai bar alle palestre ai mercati dagli internet point ai ponti dai parchi alle panchine strategiche dalle metropolitane ai paninari generosi e ai paninari biechi dai luoghi segreti che segreti non dovrebbero essere e a quelli segreti che segreti dovrebbero rimanere.
Volta per volta saranno assolutamente bene accette segnalazioni di ogni genere, precisazioni, materiale d'ogni fede e bandiera, racconti e - soprattutto - eccezioni, che è quello di cui abbiamo più bisogno.

ps: il cartello in testa al post non è una photoshoppata, ma un singolare caso del magico mondo della segnaletica. Chi volesse verificare o andare a portarvi dei fiori vada verso Linate lungo viale Forlanini, giri a sinistra in direzione Idroscalo e lo vedrà splendere in mezzo a una rotonda.

15 commenti:

Dannatamente Ministrico ha detto...

Come sempre è un piacere leggerti :)

Belle le piccole novità del blog.

francesco ha detto...

si lo so sono uno sfigato ma non ho resistito a cercarlo con google maps. Rivolta on google maps Ovviamente questo toglie tutta la poesia nello scoprire le cose di persona alzando il culo dal computer ma non me ne vogliate,a milano fa freddo e c'è la nebbia, non mi andava di venire.

Davide Verga ha detto...

Il cartello c'è e lo posso confermare. E un "magari..." speranzoso ogni volta che mi capita di vederlo confesso che mi nasce spontaneo...

Unknown ha detto...

Da vite ed esperienze di seconda (ma anche terza) mano, credo che un'eccezione di milano sia quella di essere bene o male una città importante del belpaese, e quindi, di offrire opportunità che altrove non ci sono, opportunità che magari altrove ti devi creare da te.
Ma a milano non c'ho mai vissuto, e probabilmente vedo la vostra città attraverso una lente spessa quanto la distanza che la divide dal mio paesino di provincia. del sud.

.; ... ! - _," ha detto...

La odi proprio con tanto amore questa tua città.

Ci sono ritornata poco tempo fa a Milano e mi ci sono sentita a disagio. Mi è sempre sembrata una città che si prende gioco di chi ci vive, ma in fondo non ne so molto, è solo un'impressione. L'ho anche insultata ad alta voce in mezzo ai piccioni davanti al Duomo,che probabilmente è stato l'unico a sentirmi. Tornerò a trovarla forse tra cent'anni.

Ho visto un barbone lavarsi la faccia in un bidone dell'immondizia davanti a uno dei negozi a cinque stelle che invadono la Galleria. Mi è sembrato emblematico. Una cartolina più che rappresentativa.

accorgitene™ ha detto...

Milano non esiste.

Federica ha detto...

E' strano come il giorno in cui sono diventata cittadina attiva, marciando verso il Magnolia per il matinée, non abbia visto il cartello con due dei miei più grandi obiettivi.
E' strano come mi guiderai attraverso il grigio milanese in questi mesi preventivi al mio trasferimento nella ridente "capitale nordica".
Grazie, mr. guida turistica.

serena ha detto...

domani sarò a Milano per la prima volta ma solo lunedì avrò tempo per visitarla un pò ..posti segreti o nn da nn perdere??

Davide Verga ha detto...

Il problema di Milano è che la ami o la odi. Il problema vero è che anche noi milanesi o la amiamo o la odiamo. Il problema più grosso è che il fatto di amarla o di odiarla è una faccenda quotidiana...

Feffa ha detto...

confermo, quel cartello è il mio punto di riferimento, vuol dire che sto arrivando al magnolia :)

davide ha detto...

io vorrei solamente capire se è peggio il fatto di lamentarsi di una città (forse perchè tu, vivendo a milano hai più cose da osservare) oppure (dove vio io) avere gente intorno felice di vivere in un capoluogo umbro e non sapere, che davanti a loro non hanno nulla da vedere. dove vivo io non esistono problemi perchè la gente non li vede!

Ali ha detto...

Partiamo dal presupposto che a Milano non ci vivo, non ci ho mai vissuto e spero di non viverci mai.
A parte questo, a mio avviso è una delle città più allucinanti d'Italia!Infatti, nonostante sia uno dei capoluoghi più brutti del nostro paese, è anche la città in grado di attrarre il maggior numero di iniziative di ogni genere!E, di conseguenza, di riempirsi di turisti e di stranieri che le conferiscono quel fascino da capitale che però a guardarla bene non ha.
Per quel che può valere vorrei consigliare una libreria per appassionati di arte: si trova in Corso Como numero 10, e raccoglie tantissimi volumi sull'arte e sulla moda al primo piano.
Al piano terra è sempre presente un'esposizione di abiti ed accessori di artisti emergenti...un posto interessante per chi è interessato al campo. Vorrei solo precisare che non ho l'occasione di andarci da circa un paio d'anni quindi se andate là e la trovate chiusa...
Per il resto sono davvero curiosa di farmi guidare per mano in una città così controversa come Milano, e, sopratutto, da una guida così.

Despe ha detto...

Ciao a tutti.

Scrivo per spezzare una lancia in favore di Rivolta d'adda.
E'un paesino ad una mezz'ora di macchina da milano che cade esattamente in una terra di mezzo tra la provincia di Cremona, quella di Milano, e quella di Bergamo.

Geografia della bassa a parte vi è una concentrazione sopra la media di ragazzi con le palle che si fanno un gran culo x organizzare eventi, feste, concerti, mostre...
Un'ottima scena underground (per dirlo figo) è solita far casino al K.O. che è appunto un locale del paese che, insieme ad altri, ospita serate ed eventi culurali in generale molto interessanti.
Visti gli standard di piattume che dilagano negli altri paesi della zona Rivolta da questo punto di vista è una di quelle eccezioni di cui tanto si ha tanto bisogno.
Di nome e di fatto.

Ciao,
despe

Medea E. ha detto...

ce la si prende con la propria città solo perchè ci si sente falliti a livello affettivo.

che la città sia Milano o un piccolo paese.
che la gente lo riconosca o non lo faccia mai.

Pitt ha detto...

Io sto a Rosignano Solvay, in provincia di Livorno. Sono venuto a Milano una volta, in età cosciente e critica, e posso dire che, al di là dei negozi-strade-metropolitane-duomo, quello che mi ha colpito e che vi invidio sono i parchi. Sembrerà una cazzata eh, ma a me l'idea che vicino a casa c'è un parco, mi risveglia un certo romanticismo.