giovedì 25 settembre 2008

L'Isola Della Peste

Città della moda.
Città della peste.

E non è un caso.

22 ottobre 1629 - si registra il primo caso di peste.
In San Babila, come natura vuole.
Si muore come mosche - quelle stupide di campagna che le becchi subito e credi per un attimo di esser diventato velocissimo tu.


Nel 1634 Agostino Lampugnani, monaco benedettino di S. Simpliciano, pubblica La pestilenza seguita in Milano l'anno 1630, relazione che il Manzoni utilizzerà per scrivere il suo polentone più celebre.
Pochi anni più tardi lo stesso abate Lampugnani pubblica La carrozza da nolo, raccontucolo che cela al suo interno una pestifera intuizione: vi compare infatti per la prima volta la parola moda, come da noi oggi comunemente intesa.

L'inizio della fine.
Che è per altro una buona definizione appunto di moda - che è tale solo quando se ne intuisce la mortalità.

2005. Compro casa nel vione che tange il quartiere Isola.
La pago tot, passano tre anni e a rivenderla piglierei quasi due tot.
Perché? Perché sta per arrivare la moda - o la peste.
Qui dove dall'asfalto crescevano solo spacciatori e rivoltosi, fioriranno gonnelle e modelle - che già pascolano, tra lo stupore dei vecchietti col bianchino.
Dal take away al pret-à-porter il passo è breve.

2008.
Perché fosse brevissimo, ci voleva l'esercito - che pascola anch'esso nell'attesa di disinnescare qualche kebab.
In qualche ufficio con grandi vetrate qualcuno starà mettendo bandierine sulla città.
Per l'Isola ne tengono da parte una speciale - disegnata da Valentino.
Stavano per conficcarla sulla mappa quando fecero cadere la Stecca - feudo di illegalità, delinquenza e aria fresca (malauguratamente sempre si accompagnano).
Ma mancava la Pergola - centro sociale che per 18 anni ha pagato regolarmente l'affitto, ostello, ristorante, giardino dove vincemmo i mondiali abbracciandoci, sotterraneo dove ti sembra di essere a Berlino e dove spesso sei l'unico bianco - contento.
E l'affitto avrebbero continuato a pagare, se fosse stato possibile.
Ma all'Isola sta arrivando la Peste, e chi possiede qualcosa preferisce venderla agli untori.

Domani mattina passa l'ufficiale giudiziario per lo sfratto.
Che sia un ometto che non porta pena o banalmente un arido, troverà ad aspettarlo un presidio.
Dalle 6.30.
Svegliarsi.
Non è mai troppo presto.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

un giorno il Manzoni del futuro trovando questo scritto narrerà la vicenda de i "I promessi Ministri" (io gli chiederei i diritti d'autore)

ilConte ha detto...

Parli della Stecca_parli della Pergola_e la foto è dei binari!!!_non è mica un TG questo, in cui le immagini possono
(o devono...) parlar d'altro!!!_Mi sento la testa come i Levi's dell'etichetta_tirati da 2 coppie di cavalli in direzioni opposte